Sicily al Fresco è un’Associazione Culturale fondata a Trapani nel 2017, per iniziativa di quattro donne siciliane. Ognuna di noi ha un background di studi ed esperienze diverse in ambito archeologico, turistico, culinario e scolastico.

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Che lingua si parla in Sicilia

Moltissimi turisti ci chiedono informazioni sulla lingua ed esprimono curiosità, ad esempio su quanto il dialetto siciliano sia diverso dall’italiano su quando e quanto lo usiamo.

La lingua siciliana

La lingua siciliana è storicamente considerata la migliore testimonianza di tutte le occupazioni e le vicende storiche che hanno interessato la Sicilia. È una commistione di termini dal latino, dal greco antico, dall’arabo, dallo spagnolo, dal francese e molto di più. Ogni popolo che ha colonizzato l’isola ha introdotto nuovi termini, spesso per designare ingredienti o oggetti nuovi: è così che termini arabi come cassata, caponata e zagara – oppure francesi, come cirasa (ciliegia) e racina (uva) – sono entrati a far parte della lingua isolana.

Anche la grammatica è diversa dall’italiano e include regole diverse che derivano dalle lingue suddette. Questo la rende una lingua a tutti gli effetti – e non solo un dialetto. Esistono infatti sia una grammatica, che un vocabolario siciliano e tra l’altro, se parlata velocemente, è davvero incomprensibile per chi non sia siciliano.

A seconda delle città, è frequente riscontrare differenze di pronuncia e, talvolta, anche di termini. C’è anche da dire che i giovani hanno ormai perso la conoscenza di moltissimi termini antichi e che negli ultimi decenni il siciliano parlato si è molto semplificato e “italianizzato”.

A rendere il siciliano ancora più accessibile è stato anche l’uso che se n’è fatto in film e libri di successo, prime fra tutti le serie di Montalbano. La lingua del famoso scrittore Camilleri, infatti, non è quella che parliamo quotidianamente, ma una creazione letteraria che attinge dal dialetto, ma che è stata creata di proposito per essere comprensibile anche ai non siciliani.

Come la usiamo

Come turisti non dovete preoccuparvi: tutti in Sicilia parlano l’italiano e moltissimi – soprattutto i più giovani – parlano anche altre lingue. È davvero raro incontrare persone incapaci di farsi capire nella lingua nazionale.

In genere usiamo il dialetto in situazioni informali, a casa o con persone che conosciamo. Consideriamo naturale anche esprimerci in siciliano in alcuni contesti – ad esempio se stiamo acquistando o se siamo in un ufficio – ma solo se il nostro interlocutore fa lo stesso. Può comunque capitare di ascoltare una conversazione in doppia lingua, in cui i parlanti utilizzano uno il siciliano e l’altro l’italiano. Spesso sono le persone incolte – ma talvolta anche solo maleducate – ad utilizzare il dialetto indipendentemente dal contesto, certi di essere comunque compresi.

Non lo studiamo a scuola, ma lo apprendiamo nella vita di tutti i giorni, a contatto con persone di età e classi sociali diverse. Nelle città l’uso del dialetto è più scarso che nei paesi.

Bisogna anche dire che tutti siamo soliti inserire – più o meno consapevolmente e volontariamente – termini siciliani in un discorso in italiano: alcune espressioni siciliane, infatti, sono intraducibili e meglio di qualunque termine italiano esprimono dei concetti particolari.


Dire vastasu o cantaro ad un altro è un insulto dalle sfaccettature talmente varie, che non basterebbe tradurli come “disonesto” e “pallone gonfiato”, perché sono molto di più!


Dire che una cosa è duci equivale non solo a dolce, ma anche carina, simpatica, tenera, gradevole ecc. Esprime quasi una reazione emotiva, più che una caratteristica.


Catapasimo non è solo letteralmente un cataplasma, ma soprattutto una persona poco reattiva e partecipativa; non esistono traduzioni che rendano l’idea.


Accummirato riferito a qualcosa significa accomodato, arrangiato; riferito ad una persona significa misero, vestito con poca cura.


Puviredda arrinusata è invece il modo in cui definiremmo una donna che si è arricchita velocemente e si dà tante arie.


Gli esempi sarebbero moltissimi… venite in Sicilia per saperne di più!

Qualche frase incomprensibile

Va’ accatta na buatta r’alivi a putia 

Vai a comprare un barattolo di olive alla bottega


Sbarazza sta taula accussì assistimamu

Sparecchia la tavola così facciamo ordine


Mischinu, si sciarriau cu so mugghieri!

Poverino, ha litigato con sua moglie


Arrimina u broru na pignata

Mescola il brodo nella pentola

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