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Il patrimonio UNESCO in Sicilia

I siti UNESCO in Sicilia sono tutti bellissimi e vale assolutamente la pena vederne alcuni o – possibilmente – tutti.

L’UNESCO ha riconosciuto in Sicilia ben 7 tra siti e percorsi, che diventano così patrimonio materiale dell’umanità. Questi, aggiunti a tre beni immateriali, rendono la Sicilia la regione italiana con il più alto numero di siti UNESCO, a pari merito con la Toscana.

Di seguito una piccola rassegna, per aiutarvi a capire quali di questi possano essere inseriti nel vostro viaggio.

Cominciamo con i beni che costituiscono patrimonio immateriale: c’è la dieta mediterranea, la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria e l’opera dei pupi.

La dieta mediterranea è un patrimonio che la Sicilia condivide con altre regioni e Paesi. Si basa su alimenti genuini derivanti da agricoltura, pastorizia e pesca, in particolare quelli di origine vegetale e freschi. Una volta sull’isola non potete non fare esperienza della bontà di tali ingredienti, crudi o cucinati nei piatti locali. Formaggi, olio e ortaggi sono tanto più buoni quanto più vi spostate verso le campagne; l’ideale sarebbe reperirli direttamente dai produttori, per provarne i gusti più autentici.

L’opera dei pupi, infine, è un particolare tipo di teatro della marionette, i cui personaggi sono Carlo Magno e i suoi paladini e che si è affermata in Sicilia verso la fine dell’800. Palermo è il luogo migliore dove vedere qualche rappresentazione; in questa città esiste anche un museo molto interessante dedicato a quest’arte. Ci sono anche alcune botteghe artigiane dove è possibile assistere alla creazione artistica di queste opere d’arte.

La vite ad alberello di Pantelleria è una pratica agricola che risale addirittura ai fenici. Consiste nel mantenere gli alberi molto bassi, in modo da resistere al costante vento dell’isola; è completamente manuale e favorisce una produzione abbondante di uva. Il vino che ne deriva è spesso molto zuccherino e alcoolico.

Per quanto riguarda il patrimonio materiale, i siti – come detto – sono 7 e li descriviamo di seguito in ordine di riconoscimento.

Valle templi di Agrigento, riconosciuta nel 1997. Più che di una valle si tratta del crinale di una collina, lungo il quale si trovano una dozzina di templi antichi, di epoca greca. Una visita è un’ottima opportunità per conoscere la cultura degli antichi greci che occuparono la Sicilia quasi 3000 anni fa, ma anche per fare una piacevole passeggiata e molte foto in un bel luogo panoramico. Se volete sapere di più sugli usi e i materiali degli antichi greci di Agrigento, fate una visita al Museo, che si trova poco distante dall’area archeologica.

Isole Eolie, riconosciute nel 2000. Si tratta di sette isole di origine vulcanica, alcune più grandi e abitate, altre minuscole e quasi deserte. Offrono paesini caratteristici, mare splendido, possibilità di escursioni in barca e a piedi e fenomeni vulcanici costanti. Il luogo ideale per chi è appassionato di vulcanesimo, ma anche per chi vuole passare qualche giorno di assoluto relax.

Etna, riconosciuto nel 2013. È il vulcano attivo più alto d’Europa ed uno dei più grandi del mondo. È spettacolare e può essere visitato in tutte le stagioni. In inverno è possibile sciare su due diversi versanti, noleggiando eventualmente l’attrezzatura. Nel resto dell’anno si possono praticare escursionismo e ciclismo, ma l’esperienza più bella è quella di raggiungere i crateri sommitali: per farlo bisogna prenotare una visita specifica con una guida alpina, senza la quale ci si deve fermare al massimo a quota 2900. Attenzione ad indossare scarpe resistenti e vestiti caldi, anche in estate.

Città barocche Val di Noto, riconosciute nel 2002. Sono otto città fortemente danneggiate dal terremoto del 1693 e ricostruite negli anni successivi con uno stile omogeneo e peculiare. Tante anche le differenze fra le città, nella pietra utilizzata e in alcune soluzioni architettoniche legate ad esigenze particolari. Consigliamo quindi di visitare almeno alcune di queste cittadine, ognuna delle quali offre qualcosa di diverso.

Villa romana del Casale a piazza Armerina, riconosciuta nel 1997. Si tratta di un’immensa struttura abitativa (ampia all’incirca 3500 metri quadri), costruita nel IV secolo per un romano molto potente e ricco. La particolarità è che quasi tutti i pavimenti sono ricoperti di mosaici a piccole tessere, raffiguranti soggetti diversi a seconda della destinazione della sala. Vi si trovano scene di caccia, sport, banchetti, bagni e molto alto: il posto ideale dove imparare molto sulla vita quotidiana degli antichi romani.

Siracusa e Pantalica, riconosciute nel 2005. Sono due siti diversi: il centro storico di Siracusa sorge sull’isola di Ortigia e conserva resti archeologici diffusi, oltre che vie caratteristiche attraverso le quali è bello passeggiare. I panorami sono spettacolari tutto intorno all’isola. Appena fuori dal centro si trova l’area archeologica, con resti di epoca greca e famosa soprattutto per il suo teatro antico.

Pantalica è a circa un’ora in auto ed è un sito archeologico molto grande, immerso nella natura, con circa 5000 grotte naturali e artificiali risalenti a circa 3000 anni fa. Si consiglia a chi è appassionato di trekking e/o di archeologia preistorica e protostorica.

Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, riconosciuto nel 2015. Ultimo come riconoscimento in Sicilia da parte dell’UNESCO, ma ugualmente straordinario. L’itinerario include otto siti collocati nel centro storico di Palermo, uno nella cittadina di Monreale – poco distante –  e uno in quella di Cefalù. I monumenti del percorso risalgono tutti al periodo Normanno – ovvero a circa 900 anni fa – quando Palermo era capitale e sede di una corte raffinata. I monumenti del percorso erano chiese, palazzi di corte e cappelle private e tutte mostrano l’opulenza e il buon gusto dei sovrani normanni.

Consigliamo di non perdersi almeno la Cappella Palatina, Santa Maria dell’Ammiraglio (detta Martorana) e il Duomo di Monreale, ma in realtà anche gli altri sono molto belli.

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